Ritorna scelta Omelie

 

3^ DOMENICA DI PASQUA (A)

 

1^ Lettura (At 2, 14. 22-33)

Dagli Atti degli Apostoli.

Nel giorno di Pentecoste, Pietro, levatosi in piedi con gli altri Undici, parlò a voce alta così:

"Uomini d'Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazaret uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete, dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete ucciso. Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. E noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato pertanto alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo che egli aveva promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire". Parola di Dio

 

2^ Lettura (1 Pt 1, 17-21)

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo.

Carissimi, se pregando chiamate Padre colui che senza riguardi personali giudica ciascuno secondo le sue opere, comportatevi con timore nel tempo del vostro pellegrinaggio. Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l'argento e l'oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia. Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma si è manifestato negli ultimi tempi per voi. E voi per opera sua credete in Dio, che l'ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria e così la vostra fede e la vostra speranza sono fisse in Dio. Parola di Dio

 

Vangelo (Lc 24, 13-35)

Dal vangelo secondo Luca.

In quello stesso giorno, il primo della settimana, due dei discepoli erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli disse loro: "Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?". Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: "Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?". Domandò: "Che cosa?". Gli risposero: "Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto". Ed egli disse loro: "Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?". E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: "Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino". Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l'un l'altro: "Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?". E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: "Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone". Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Parola del Signore

 

RIFLESSIONE

 

Ci sono pagine di Vangelo che hanno una particolare suggestione. Alcune di esse sono servite ai Santi per convertirsi o per dare un indirizzo particolare alla propria vita. Nel cammino della mia vita il racconto dei discepoli di Emmaus è sempre stato significativo e lo è ancora tutt’oggi perché mi ritrovo sia nel cammino di fuga di questi discepoli, sia in quello di catechesi che Gesù fa compiere loro, e mi conforta enormemente il pensiero di Gesù che non ci abbandona quando viene sera e che trova, anche per occhi incapaci come i miei, i segni per farsi riconoscere e per ridare energia alle gambe per un percorso di ritorno e di gioia. Seguo dunque passo passo questo episodio con voi. Questi due discepoli si stanno allontanando da Gerusalemme non solo perché sono finite le celebrazioni pasquali, ma perché che cosa c’è ancora da fare a Gerusalemme? Non è forse meglio allontanarsi da quel posto dove il Maestro è stato ucciso e sepolto e dove sommi sacerdoti e sinedrio potrebbero, dopo quello del Maestro volere anche il sangue dei discepoli? Sembra quasi di sentirli i commenti tristi e accorati di questi due: "Ci avrei giocato la testa che Gesù fosse davvero il Messia. Con tutto quello che ha fatto e detto! E i miracoli compiuti? Ti ricordi quando ha calmato la tempesta sul lago? E quando ha dato da mangiare a quei cinquemila e solo con pochi pani e pesci? E le sue parole piene di speranza di un regno per i poveri, per i sofferenti, gli operatori di pace? E per noi non è stato meraviglioso poter andare in giro con Lui, vedere le folle bramose di una parola di amore, essere addirittura suoi collaboratori. Ti ricordi quando ci ha mandati in missione? Riuscivamo addirittura a cacciare i demoni e a guarire i malati! Chissà perché i capi e i religiosi non ci hanno creduto… E’ vero che anche lui non ha fatto nulla per ingraziarseli, che certe rispostacce poteva avanzarsele, che certi miracoli fatti apposta di sabato poteva benissimo farli in altri giorni…Non era un maestro facile. Anche noi, anche i dodici, spesso non capivamo che cosa volesse dire. Come si fa a costruire un regno parlando di sofferenza e di morte? E adesso tutto sembra essere finito: i Romani continuano ad imperare e a beffarsi di noi e della nostra religione, i Sommi Sacerdoti e il Sinedrio continuano la loro politica, i ricchi sono sempre più ricchi i poveri sempre più poveri. Lui è morto e noi se non vogliamo finire male è meglio che torniamo alla chetichella a casa…" Ripenso a quante volte nella mia vita mi sono entusiasmato per il Vangelo, per qualche iniziativa di carità, tutte le volte che, specialmente in gioventù, sono partito in quarta per realizzare qualcosa di bello di unico di indispensabile e poi… davanti alle difficoltà, agli insuccessi, ai sorrisi di commiserazione, alle paure interiori, sono tornato indietro sconsolato e brontolante. Anche nella fede, Signore tu lo sai, quante volte ti ho detto e da convinto: "Ti amo con tutto il cuore" e poi davanti al buio di certi momenti, davanti alle debolezze del mio carattere, davanti alla paura del reale, non ti ho più visto, ho cominciato a chiedermi "Ma ne vale proprio la pena?", ed ho preferito rifugiarmi nel banale di tutti i giorni, nelle regole e nelle norme rassicuranti, nell’abitudine e nelle maschere.

"Gesù in persona si accostò a loro… Ma i loro occhi erano incapaci di vederlo" Gesù aveva detto "Io sono con voi tutti i giorni" e Gesù cammina con loro. Come era successo già a Maddalena i suoi occhi pieni di lacrime per la morte e la scomparsa del corpo di Gesù le avevano impedito di riconoscere il volto amato, così questi discepoli che parlano di speranze perdute, di meraviglie non successe, di ricordi bellissimi ma infranti, guardano in basso, guardano la polvere della strada e non sono capaci di alzarsi sul volto di questo straniero che si è messo a camminare con loro e che è anche curioso, fa lo gnorri, chiede informazioni su se stesso, si fa raccontare la sua storia, li porta a scaricare tutta l’amarezza e la delusione. "Signore dove eri quando sono passato attraverso quella croce? Perché non ti sei fatto sentire quando dovevo prendere quella decisione e mi hai lasciato scegliere quella strada sbagliata?…" Gesù cammina con noi, specialmente quando è buio. E non è neanche Lui che si nasconde, si camuffa, siamo noi che non sappiamo riconoscerlo. Fin che ci parliamo addosso, finché ci commiseriamo dei nostri dolori, delle nostre prove, fino a quando consideriamo il nostro prossimo solo un ingombro, una difficoltà, e non alziamo gli occhi per guardarlo in faccia, non riconosciamo Colui che si pellegrino del nostro camminare.

E allora, per aiutarci Lui comincia a parlare e ci parla soprattutto attraverso la Sacra Scrittura. "Signore, io non capisco, sono storie vecchie, sono pagine piene di racconti e di cose scritte da uomini passati…" Eppure è la storia di un amore, l’amore di Dio per noi uomini. Una storia di fedeltà da parte sua e di tradimenti da parte nostra, una storia di misericordia che non solo parla di cose lontane ma che vuole coinvolgere me oggi. E qualche volta, quando la sento così, il mio cuore comincia ad "ardere" Gesù non si impone, si accompagna. Ci spiega, non ci obbliga. Ci provoca, ma poi fa finta di andare oltre. Ha bisogno che quei discepoli e che io gli dica: "Rimani con noi Signore, perché si fa sera e il giorno già volge al declino"

Dio ha bisogno di essere accolto per operare, ha bisogno di intimità per far sì che, magari al lume di candela o al caldo, vicino al fuoco i miei occhi abbiano la forza, spinti dal cuore che ha cominciato ad ardere, di alzarsi sul suo viso per cominciare a riconoscerne le fattezze. E allora giunge anche l’altro segno misterioso ma meraviglioso: una benedizione, un pane spezzato, il gesto della fraternità e della condivisione, e lì il cuore non arde solo più, ama e quando si ama si cerca e si riconosce l’amato. "Resta con noi Signore" tra le vicende oscure di questo mondo, resta con noi quando comincia a mancarci la speranza nel mondo, nell’uomo, in noi stessi. Resta con noi quando non ce la facciamo più a riconoscerci come fratelli. Accompagnaci nel cammino quando le mete hanno perso la loro vivezza, quando le paure ci tolgono gli entusiasmi. Resta con noi e spezza ancora il tuo pane, la tua parola, il tuo amore, il tuo corpo perché abbiamo enormemente bisogno di sentirci amati da Te e da tuo Padre, per riconoscere che è solo l’amore ancora capace di vincere gli odi e le guerre. Facci alzare gli occhi dalle nostre miserie per vedere il tuo volto sorridente e misericordioso e anche se poi tu scomparirai dalla nostra vista la gioia dagli occhi sarà passata alla mente e al cuore e da questo sarà arrivata alle gambe che ci permetteranno, di corsa, di fare il cammino del ritorno, il ritorno a Te e al tuo progetto su di noi.

 

 

Ritorna scelta Omelie